Siamo ad una svolta epocale: il cambiamento climatico ormai in atto in ogni parte del mondo, impone un deciso cambio di rotta che vada finalmente verso scelte più consapevoli. In tal senso, andiamo a vedere quali possono essere i migliori investimenti nella Green Economy. E’ proprio questa infatti, l’unica strada percorribile se si vuole davvero ridurre l’impatto dei combustibili fossili sull’ambiente e sull’uomo. Oggi esistono numerosissimi prodotti e servizi ‘green’ che fino a qualche anno fa non c’erano e questo va sicuramente a favore di un processo di rivoluzione economica e sociale. Quindi quali sono le aziende o le strategie di trading green economy sulle quali investire? Lo abbiamo chiesto al team del blog di Leo Marino Benedettini, che ci ha illustrato quando segue. Incominciamo con il trasporto ecologico, un mercato che si sta facendo prepotentemente largo e che sempre più cittadini del mondo scelgono di abbracciare. In tal senso, impossibile non citare la Tesla, prima azienda che ha investito fortemente nelle energie rinnovabili per produrre automobili avveniristiche che stanno ottenere sempre più consensi ovunque. Vi sono naturalmente anche altre società che investono in trasporto ecologico, producendo ad esempio celle a combustibile per l’industria automobilistica. Un investimento sicuro quindi, potrebbe essere quello di utilizzare la strategia del trading per sfruttare i CFD sul prezzo delle azioni riferite a queste aziende. Tra i migliori investimenti nella Green Economy, vi è sicuramente quello nelle energie da fonti rinnovabili. Si parla di sempre più aziende che stanno già utilizzando impianti eolici o a energia solare per soddisfare – in maniera quindi molto sostenibile – il fabbisogno di una larga fetta di popolazione, Tra queste troviamo ad esempio la Enel Green Power, che si occupa di realizzare veri e propri parchi fotovoltaici ed eolici. Altro investimento vincente nella Green Economy è rappresentato dal settore della riduzione dei rifiuti e riciclo. In questo caso, l’energia pulita è prodotta dai cosiddetti ‘termovalorizzatori’. Il riciclo è anch’esso un altro settore in forte espansione, in quanto si occupa di recuperare i rifiuti per poi immetterli nel ciclo produttivo. Si tratta di un settore molto più ampio ed articolato di quel che si immagini e proprio per questo meritevole di un’attenzione particolare. Insomma, la sfida determinata dall’inquinamento ambientale e dal cambiamento climatico non può più essere rimandata, ed è per questo che nel mondo sempre più Stati si stanno strutturando – attraverso forti investimenti nel settore industriale – per cercare di invertire la rotta dei prossimi decenni, attraverso una sempre maggiore attenzione verso la Green Economy e i nuovi processi produttivi eco-sostenibili che questa mette in campo.
CONTINUA A LEGGERE SUL BLOG DI LEO MARINO BENEDETTINI. Inoltre, nella sfida globale riferita al processo di rinnovamento energetico che ha come obiettivo finale la fine della dipendenza dai combustibili fossili a favore di fonti di energia pulita, si aggiunge un altro importante traguardo. La notizia arriva da Fukushima, dove è stato messo a punto quello che di fatto rappresenta ad oggi il più grande impianto di produzione idrogeno solare mai realizzato al mondo. Proprio in questi giorni infatti è stata inaugurata la Fukushima Hydrogen Energy Research Field (FH2R), una centrale di nuovissima concezione destinata a produrre ben 1.200 Nm 3 di idrogeno solare all’ora. A darne l’annuncio è stata la Toshiba, soggetto direttamente coinvolto nella progettazione e realizzazione dell’innovativo impianto insieme all’organizzazione di ricerca NEDO, a Tohoku Electric Power e a Iwatani. Il progetto è nato nel 2018, con l’intento di creare un impianto in grado di dimostrare che è possibile mettere a punto una centrale in grado di sintetizzare idrogeno a basso costo sfruttando i picchi di produzione rinnovabile. Ma l’impianto inaugurato nella città di Naime, nella prefettura di Fukushima, pur essendo il più grande al mondo, non è una novità assoluta. Infatti anche altri paesi come l’Australia, la Germania e l’Olanda si stanno adoperando per creare centrali ad idrogeno, seppur le dimensioni di queste saranno più ridotte rispetto l’esempio giapponese. Ma come funziona tecnicamente questo impianto di Fukushima? La Fukushima Hydrogen Energy Research Field (FH2R) è dotata di ben 20 MW di moduli fotovoltaici che, installati su una superficie di 180 mila metri quadrati, concorrono – insieme all’elettricità della rete – al funzionamento dell’unità di elettrolisi da10 MW. La grande innovazione – ci ricorda Leo Marino Benedettini – nel funzionamento della centrale della Toshiba e partners, sta nel fatto che l’idrogeno solare verrà prodotto ed immagazzinato basandosi sulla previsione di offerta e sulla domanda del vettore. In questa fase delicata post-inaugurazione, si stanno svolgendo i primi incoraggianti test sull’impianto, sulle sue funzionalità e sulla tenuta. Uno dei primi test quindi sarà quindi rivolto proprio alla ricerca dell’equilibrio tra la produzione di energia a idrogeno e lo stoccaggio, così da settare il tutto su un giusto bilanciamento della domanda della rete elettrica, evitando le batterie di accumulo. Una volta individuato il giusto bilanciamento, la FH2R sarà in grado di fornire energie ed alimentazione tramite il gas prodotto a mezzi di trasporto, utenza industriale e domestica sia a Fukushima che nell’area di Tokyo ed altre regioni del Giappone.